La figura professionale del programmatore informatico

Il programmatore informatico sviluppa, ossia progetta e realizza, applicazioni software più comunemente dette programmi, che devono soddisfare le specifiche esigenze di un committente, il quale fissa quali devono essere i requisiti del software da realizzare. A questa attività principale possono affiancarsene anche altre come il collaudo e la manutenzione, che consistono nell’identificazione e successiva eliminazione di eventuali bug, ossia gli errori nella progettazione o nella realizzazione di un programma (per approfondire: Errori di programmazione) fino al raggiungimento della versione stabile del programma, e la redazione della relativa documentazione.

programmatore

Queste sono le mansioni principali di un programmatore informatico, mentre per quanto riguarda la preparazione e le competenze, egli deve essere in grado di individuare gli strumenti di sviluppo del software più idonei per la creazione di un prodotto che sia conforme alle specifiche progettuali richieste dal committente e, in particolare, deve conoscere i più diffusi linguaggi di programmazione, le diverse tipologie di applicazioni software, i principali sistemi operativi e le principali tecnologie delle reti. Ad un programmatore in generale sono richieste delle conoscenze e delle competenze tecniche molto specifiche, la cui acquisizione avviene con lo studio, con il continuo aggiornamento e, non ultimo, con l’esperienza.

Un programmatore, quindi, è innanzitutto un tecnico, però bisogna sfatare un pregiudizio abbastanza comune secondo il quale egli sia solo un tecnico e il suo lavoro, per il fatto di essere molto specialistico, sia privo di creatività (per approfondire questo aspetto leggi questo articolo: Informatica e pensiero computazionale). Per quanto la vista del codice di un programma ispirerà sempre dei sentimenti sicuramente molto diversi rispetto a quelli ispirati dalla tela di un dipinto o da una qualsiasi opera d’arte, potrà sembrare strano a dirsi, ma la scrittura di un software implica un processo di astrazione che richiede, a differenza di quanto si possa pensare, molta creatività. A suffragare questa tesi può essere utile anche citare cosa pensava a tal riguardo il famosissimo fisico e filosofo, Albert Einstein:

“Il calcolatore è straordinariamente veloce, accurato e stupido. L’uomo è incredibilmente lento, impreciso e creativo. L’insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.”

Concludiamo dicendo che per diventare dei bravi programmatori informatici sicuramente è richiesta una solida preparazione tecnica e molta applicazione, è importante sottolineare, però, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al mondo della programmazione, che la scrittura del codice di un programma è solo la fase finale di un processo molto più articolato e complesso in cui partendo dalle richieste e dalle specifiche progettuali del committente, ossia partendo dal problema da affrontare, prima di tutto bisogna trovare per esso una soluzione che non sempre è immediata e a cui molto spesso si riesce ad arrivare solo con una buona dose di ingegno e di creatività. Ebbene, la parte più importante del lavoro del programmatore consiste proprio in questo!